La digitalizzazione della PA come fattore di svolta

Tre sono le leve d’azione evidenziate da Assinform per cambiare lo stato dell’arte che interpreta così anche le richieste provenienti dagli operatori nei confronti del governo:

  1. scommettere sulla digitalizzazione del Paese da parte del Decreto Sviluppo;
  2. impiegare le risorse provenienti dall’asta sull’Lte (l’assegnazione delle frequenze di ultima generazione agli operatori di telefonia mobile, il cui incasso previsto per lo Stato è di circa 3,4 miliardi di euro, ndr.) per rilanciare i progetti di dematerializzazione della Pa e generare nuovi investimenti da parte delle imprese; privatizzare le società pubbliche di Ict con pagamenti certi
  3. aggregazioni delle imprese per condividere servizi e infrastrutture avanzate.

Paolo Angelucci, Presidente di Assinform, ha affermato che “Non ci sono alternative: la digitalizzazione è un percorso strategico di crescita per il Paese, e di incremento occupazionale”, indicando fra le priorità, a costo zero per le finanze pubbliche:

A oggi, il processo di digitalizzazione nel nostro Paese non è fermo ma si manifesta soprattutto a livello locale, attraverso l’operato di alcune Regioni o a livello spontaneo. Esistono degli esempi virtuosi, per esempio l’Emilia Romagna, dove l’amministrazione regionale, intensificando la digitalizzazione, risparmia su carta, energia, spazi e trasporti per milioni di euro, stimando che se tutte le amministrazioni regionali italiane facessero la stessa cosa risparmierebbero, solo per queste voci, almeno 40 milioni di euro, migliorando anche la qualità dei servizi.

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